Tremenda macchina di morte, chissà che un giorno la pandemia non si faccia ricordare anche come fonte di vita. E già, perché è di nascita che parla la storia di un imprenditore che, a dispetto del coronavirus e dell'annuncio della più profonda delle recessioni, decide di aprire finalmente la sua nuova fabbrica per produrre ecopellet da legno vergine. E non a Sidney o Rejkjavik, ma a Calimera, nel cuore della Grecia Salentina, dove dieci anni fa lui stesso accese la prima centrale a biomasse del Sud Italia. Paradossale? Eppure è avvenuto. Nei giorni scorsi e precisamente venerdì 17 aprile giusto per non deludere nemmeno i superstiziosi. Marcello Piccinni aspettava questo momento da quando, con Fiusis, nel 2010, ha messo piede nel mondo delle energie rinnovabili. L'anno scorso i primi annunci. Completata l'ultima pennellata al capannone e collaudato al dettaglio l'intero l'impianto, ora ha premuto start. «Sì, lo so, il periodo è tragico - racconta con l'adrenalina in corpo, dopo aver spedito in redazione le prime due foto -, non potevo fare di peggio ma era tutto pronto e abbiamo voluto iniziare. Da qualche giorno stiamo producendo il primo pellet made in Salento, Puglia e, insieme a pochi altri, made in Italy». L'investimento complessivo ammonta a 1,5 milioni di euro e consta di una previsione produttiva a regime pari a 1000 Kg l'ora ovvero 1000 sacchi al giorno. Il nuovo stabilimento è stato eretto a un centinaio di metri dalla centrale. E ospita un impianto che l'imprenditore definisce «molto particolare, perché», dice, «genera un pellet a chilometro 0», completamente prodotto sul territorio e ottenuto al 100% da legno vergine, in maniera eco-compatibile: «Non contiene additivi chimici o sostanze leganti, è essiccato con il calore del recupero alimentato dalla centrale elettrica, è prodotto con energia fotovoltaica e l'imballaggio che lo contiene è di plastica completamente riciclabile», spiega Piccinni. I nuovi macchinari sono stati acquistati nel Nord Italia, da due aziende di Mantova e Treviso: «C'è il cippatore, che trasforma il legno in cippato; la linea di raffinazione, che dal cippato genera polverino; e, infine, la linea dell'insacchettamento automatico, attraverso cui un macchina trasforma il film è trasformato in sacchetto che, a sua volta, viene riempito, pesato e scaricato sul nastro che lo trasporta sul pallet». Poi, c'è l'aspetto commerciale, che si presenta come un altro potenziale punto di forza della strategia di Fiusis. «Saremo, infatti, direttamente noi a venderlo. Con un sistema di trasporto aziendale, siamo in grado di distribuirlo in tutti i comuni. Ma, intanto, abbiamo predisposto anche uno spazio-vendita nel nostro stabilimento, in modo da realizzare anche un vantaggio economico per il consumatore, che potrà vedere con i suoi occhi come viene prodotto ciò che è interessato ad acquistare». Sul sacchetto ci sarà anche il crest ufficiale dell'Us Lecce, a titolo di partnership. L'impatto occupazionale non appare meno promettente. Si parte subito con un turno ma l'obiettivo è programmarne tre, come il numero degli addetti che, per ora, sono impiegati nella nuova produzione, già inseriti nell'organico Fiusis attivo al servizio della centrale che, pur autorizzata in deroga all'esercizio, in questa fase opera solo al 70% della sua capacità. Un'altra piccola rivoluzione per un'azienda alla quale, soli pochi mesi fa, il presidente della commissione Europea, Urusula Von der Leyen, aveva esteso l'invito a Bruxelles e assegnato il ruolo di partner fra gli stakeholder che contribuiranno a definire l'agenda degli impegni europei in materia di sostenibilità ambientale per i prossimi vent'anni. E, forse, non sarà nemmeno l'ultima: «Con la produzione di pellet, da un lato, ottimizziamo ancora di più l'attività della centrale e, dall'altro, creiamo un'attività connessa a quella di generazione elettrica. Ma non ci fermeremo qui», assicura l'imprenditore salentino, svelando l'oggetto della ricerca in corso nel laboratorio di Calimera: creare fertilizzante a uso agricolo dalle ceneri prodotte dalla centrale. Idee nell'era del buio, per un futuro e rapido contagio di creatività e speranza. --
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